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Lamborghini logo

Il logo aziendale.

Lamborghini Automobili è una casa automobilistica italiana, produttrice di automobili di lusso. Dal 1998, l'azienda è interamente controllata dall'Audi, appartenente al Gruppo Volkswagen.

Costituita nel 1963, la sua sede dell'unico stabilimento è da sempre situata a Sant'Agata Bolognese nel quale lavorano 1.209 dipendenti, dei quali 250 nel solo settore ricerca e sviluppo.

Storia[]

I primi anni[]

Ferruccio lamborghini con Jarama

Ferruccio Lamborghini tra la Jarama e un macchinario agricolo.

Il marchio Lamborghini, ideato dal fondatore Ferruccio Lamborghini, ebbe origine nel primo dopoguerra come produttore di macchinari agricoli. Il marchio diventò ben presto uno dei più prestigiosi del settore; Lamborghini diventò molto ricco e all'inizio degli anni Sessanta decise di entrare nel settore delle automobili supersportive.

Nel 1962 iniziò il primo progetto, mentre nel maggio del 1963 nacque la Automobili Ferruccio Lamborghini. Per produrre le automobili, Lamborghini acquistò un terreno a Sant'Agata Bolognese, per costruire ex novo un grande stabilimento all'avanguardia. Il primo modello fu costruito in gran fretta, per essere presentato al Salone dell'automobile di Torino del novembre 1963. La progettazione del motore (un 12 cilindri a V) venne affidata a Giotto Bizzarrini, autore di diversi motori della Ferrari, mentre per il resto della vettura furono assunti, Giampaolo Dallara e Giampaolo Stanzani. Nacque così la 350 GTV, la prima Lamborghini della storia.

Nel 1964 nacque la 350 GT, prodotta in 120 esemplari, seguita dalla 400 GT, dotate di motore da 4 litri, disegnato dalla Lamborghini; inizialmente basata sulla scocca a due posti, fu poi evoluta nella 400 GT 2+2, con due posti di fortuna dietro ai due principali. La 400 GT fu prodotta in 273 esemplari.

Dalla Miura alla Countach[]

Nello stesso periodo l'attività dell'azienda continuò con un progetto realizzato in parallelo da Dallara e Stanzani (Bizzarrini aveva lasciato l'azienda dopo poco per contrasti con il titolare). La nuova vettura venne denominata Miura, una delle prime vetture della storia dotate di motore posteriore. Sebbene questa vettura non soddisfò appieno le pretese di Lamborghini (che chiese una vettura stupefacente, ma tutto fuorché esente da difetti), fu accolta dal pubblico molto positivamente, riscontrando un successo straordinario sia di critica che di vendite. La Miura divenne una delle auto di maggior successo per la casa, tanto da rimanere in produzione fino al 1973. Inoltre, questa vettura inaugurò il lungo sodalizio con Bertone (e il suo designer di punta, Marcello Gandini), con cui la Lamborghini si affidò dopo la chiusura della Touring.

Un'altra svolta importante avvenne con l'ingaggio del neozelandese Bob Wallace come assistente alla produzione, il cui contributo si rivelò decisivo nello sviluppo di alcuni dei modelli più rappresentativi della casa. Wallace ricopr' anche il ruolo di collaudatore capo e responsabile dello sviluppo su strada. La Lamborghini, infatti non ha mai avuto un circuito di prova e i test si sono sempre svolti sulle strade pubbliche.

Nel 1968 la casa rinnovò la propria gamma, sostituendo la 400 GT con la Islero e introducendo la Espada, una grande coupé sportiva a quattro posti, nata dal prototipo Marzal. Inoltre è da sottolineare il fatto che fino ad allora tutte le vetture erano dotate dello stesso motore, riuscendo comunque a farsi strada tra le vetture di successo.

Il 1969 vide l'abbandono di Dallara, trasferitosi alla DeTomaso per dedicarsi alle auto da competizione. Mentre le vendite della Espada migliorarono e quelle della Miura continuarono ad avere successo, nel 1970 la deludente Islero fu sostituita con la Jarama, un'altra coupé 2+2 che con la sua spigolosa linea fastback cambiò completamente registro rispetto alla sua antesignana. Con la Jarama venne anche presentata la Urraco, che introdusse un nuovo V8 di soli 2,5 litri di cilindrata. La Urraco rappresentò il tentativo di espandersi verso un'area di mercato meno esclusiva, aumentando le modeste quote produttive consentite da auto così costose. L'anno successivo iniziò lo sviluppo della erede della Miura: la Countach, la cui linea, ancor più estrema e radicale, nacque ancora dalla matita di Gandini. La Countach però, complice anche il protrarsi dei risultati soddisfacenti della Miura, non entrò in commercio prima del '74.

La gestione Rossetti e la crisi[]

Nel 1972 Ferruccio Lamborghini cedette la maggioranza delle azioni all'imprenditore svizzero Georges-Henri Rossetti, per poi vendere il restante pacchetto a René Leimer nel 1973. Tale decisione, improvvisa e inattesa, fu causata dalla pesante difficoltà economica della fabbrica di trattori e soprattutto dal malumore che Lamborghini provava nei confronti delle agitazioni sindacali che già da tempo erano diffuse in gran parte delle fabbriche italiane. Quest'ultima causa spense l'entusiasmo imprenditoriale di Lamborghini, per via dei pesanti rallentamenti della produzione e alla perdità della qualità sui prodotti. Nel giro di pochi anni egli cedette anche le altre sue attività e si ritirò a vita privata, per poi spegnersi il 20 febbraio del 1993.

Il passaggio di proprietà però non migliorò per nulla la situazione, con una serie di eventi e decisioni sbagliate che portarono l'azienda italiana sull'orlo della bancarotta. La Miura uscì di produzione molto prima del debutto della Countach, mentre la crisi petrolifera del 1973 causò un pesante crollo nelle vendite di tutto il settore delle automobili sportive. La scarsità di fondi causò il mancato finanziamento di progetti interessanti come la Bravo che avrebbero potuto rilanciare le vendite. Nel 1974 i due storici progettisti, Stanzani e Wallace, lasciarono la Lamborghini. Seguirono anni difficili, con una gamma ormai obsoleta e scarsamente sviluppata, con la sola Countach a sostenere economicamente le sorti della fabbrica. Nel 1976 venne introdotta la prima convertibile di serie della Lamborghini, la Silhouette, che adottava la meccanica della Urraco.

A risollevare le sorti dell'azienda sembrò arrivare un vantaggioso accordo per costruire 800 esemplari della coupé sportiva M1 (equivalenti a oltre 3 anni della normale produzione) per conto della BMW, che avrebbe fornito i motori, ma l'azienda bolognese in grave deficit non fu in grado di rispettare le consegne e l'intesa venne rescissa. Poco dopo un altro progetto di importanti dimensioni, per quanto poco affine ai cromosomi del marchio, fu proposto alla Lamborghini: un fuoristrada destinato all'esercito americano. Sfortunatamente anche questa opzione sfumò poiché il prototipo Lamborghini, il Cheetah, fu scartato in favore del suo concorrente: l'Humvee. La perdita della commessa fu un altro duro colpo per le finanze della casa, sempre più a corto di liquidità ed ormai vicina alla bancarotta. Sembrò esserci un interesse di Walter Wolf, miliardario canadese che aveva contribuito allo sviluppo della Countach, ma non si concretizzò. Nell'agosto del 1978 il tribunale di Bologna pose l'azienda in amministrazione controllata per evitarne il fallimento.

Nel 1979, al fine di alleviare la cassa integrazione, l'azienda siglò un contratto con la FIAT per montare l'allestimento interno di 5000 "127 Rustica", prodotte in Brasile e destinate al mercato europeo. L'accordo causò un'aspra vertenza sindacale, volta a bloccare le produzioni estere della FIAT, coinvolgendo anche la FULP (Federazione unitaria lavoratori portuali) che impedì al cargo Dora Baltea della Grimaldi di scaricare le autovetture nel porto di Livorno. La FIAT fu costretta a dirottare la nave nel porto di Marsiglia per sbarcare il carico.

La Nuova Automobili Lamborghini[]

Poiché nessun acquirente s'interesso all'acquisto, il 28 febbraio 1980 la Lamborghini venne messa in liquidazione. Per rilevarla fu presentata anche una proposta ufficiosa di 3,5 miliardi di lire dal suo fondatore, Ferruccio Lamborghini. Alla fine dell'operazione il tribunale di Bologna cedette l'azienda ai fratelli francesi Patrick e Jean-Claude Mimran, giovanissimi imprenditori dello zucchero, che presentarono un'offerta di 3,85 miliardi. Il 23 maggio 1981 fu formalizzata la cessione dell'attività che assunse il nome di “Nuova Automobili Lamborghini”. Emil Novaro fu nominato amministratore delegato, Giulio Alfieri direttore tecnico e Sgarzi fu mantenuto alla direzione commerciale.

L'attività della fabbrica riprese a pieno ritmo con l'arrivo dei capitali necessari e ricominciò il lavoro di sviluppo sulla Countach. La Silhouette fu sostituita con la sua evoluzione, la Jalpa. Tra i nuovi modelli venne realizzato un fuoristrada ad uso civile, denominato LM002, derivato dalla Ceetah.

Nei primi anni '80 vennero anche innovati i propulsori, con la riprogettazione e l'adozione delle quattro valvole per cilindro sul motore a 12 cilindri che, aggiornamenti e aumenti di cilindrata a parte, era ancora quello disegnato da Bizzarrini vent'anni prima. Fu di questo periodo anche un motore marino da sette litri disegnato da Alfieri, che ottenne un notevole successo nelle competizioni nautiche.

Nell'’85 Alfieri fu sostituito dal suo vice Luigi Marmiroli, che nel 1987, in un reparto appositamente creato nel quale lavorava anche un giovanissimo Horacio Pagani, costruì il prototipo Countach Evoluzione, prima esperienza di rilievo della Lamborghini nel campo dei materiali compositi. La gamma, comprendente Countach, LM002 e Jalpa si era ritagliata buone quote di mercato e l'azienda godeva di ottima salute.

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Produzione[]

Produzione attuale:[]

Fuori produzione:[]

  • 350
  • 400 GT
  • Countach
  • Diablo
  • Espada
  • Gallardo
  • Islero
  • Jalpa
  • Jarama
  • LM 002
  • Miura
  • Murciélago
  • Reventón
  • Silhouette
  • Urraco
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